lunedì 19 marzo 2012

Cos'è un Lamione nei Sassi di Matera.

Lamioni di Matera
Lamioni di via Casalnuovo - Matera


Il Lamione, nella sua forma essenziale, è costituito dal prolungamento all'esterno della volta a botte, elemento portante dell'abitazione ipogea, sostenuta da massicci muri laterali di pietra e chiusa all'estremità da una terza parete in cui si apre la porta d'ingresso.
L'edificio, che si sviluppa prevalentemente in lunghezza, ha un tetto con copertura in pietra o in tegole, che presenta pareti perimetrali leggermente soprelevate per favorire la canalizzazione e la successiva raccolta delle acque piovane. Questa struttura minima è tuttora riscontrabile nei Sassi, a testimonianza del persistere nel tempo di un linguaggio architettonico codificato dall'uso; ma, accanto a essa, in un gioco di anacronismi che è l'essenza stessa del paesaggio urbano, sono presenti innumerevoli declinazioni del modello originale, dalle forme più semplificate sino alle evoluzioni più complesse dell'architettura.

Funzione esterna fondamentale, il lamione contiene in sè il germe della contraddizione su cui si fonda l'intera città rupestre. Struttura monolocale illuminata da un'unica apertura, esso riproduce la morfologia dell'abitazione ipogea, trasportando nella forma di una costruzione fuori terra la grotta originaria, matrice di ogni tipo abitativo. Il lamione, in fondo, è anch'esso una caverna; è architettura e allo stesso tempo negazione dell'architettura, è un simulacro di edificio, un puro involucro. E tuttavia, la città si regge sull'assemblaggio, l'accostamento e la sovrapposizione costantemente ripetuta di quest'unica unità costruttiva. Matera è dunque la realizzazione di un paradosso, quello di un nucleo urbano cresciuto in virtù di un ininterrotto processo di sedimentazione e combinazione di forme cave, in cui a vuoto si aggiunge vuoto; è una somma di assenze, di mancanze costitutive, il cui risultato ultimo è un oggetto urbano presente, concreto e funzionale.

Rione Casalnuovo
Con il lamione, il linguaggio architettonico dei Sassi di Matera si articola e si appresta a diventare sintagma, frase, discorso. Le abitazioni ipogee e le loro "proiezioni" esterne si accumulano l'una sull'altra affastellandosi su piani sfalsati, irregolarmente sovrapposti, in una successione di prospettive spezzate dove il punto di vista varia senza posa. Osservando il caleidoscopio delle forme architettoniche e il disperdersi del nucleo urbano sul ciglio della gravina, orfano di un centro compositivo chiaramente definito, si ha l'impressione che il testo dei Sassi si sviluppi in maniera casuale, irrazionale, senza una regola che ne guidi e ne uniformi la crescita.